Vivere con Cura – Relazione del Presidente Antonio D’Andrea all’assemblea di Milano del 2 Dicembre 2011
Vivere con Cura – Relazione del Presidente Antonio D’Andrea all’assemblea di Milano del 2 Dicembre 2011, c/o i locali della Cantinetta in Viale Monza, 185
Care Socie e Soci e anche Amiche e Amici di Vivere con Cura,
in occasione di questa prima assemblea annua della neonata Associazione Vivere Con Cura, scrivo queste note in qualità di presidente ricordando sempre, sia a me che a tutte/i voi, quello che diceva Gandhi e cioè che il presidente è il primo servitore. Questo e ciò che avveniva nelle antiche società matriarcali, su cui, in questi anni, abbiamo fatto tante ricerche e pubblicato tanti scritti nella nostra rivista. Dicevamo che ogni carica pubblica e/o sociale dovrebbe essere affidata a due donne, tra di loro complementari(per questo era chiamato “Il Potere Condiviso”); una donna più estroversa e l’altra più introversa, e che dal loro dialogo e dalla relazione con le/i soci nasceva il governo buono; e che gli incontri decisionali avvenivano durante i cicli della luna, in particolare durante il Plenilunio, in quanto le forze della natura contribuivano in modo determinante a elaborare e produrre le scelte più sagge e amorevoli, sia per la comunità che per tutto il mondo.
Concordando con quella visione vi scrivo, perciò, con la consapevolezza di occupare un posto che non mi compete e mi auguro che entro la data di scadenza del mio mandato si realizzi che l’organigramma della nostra Associazione sia composto da 6 Donne: 2 alla Presidenza, 2 alla Vicepresidenza e 2 Segretarie.
Già circa 7 anni fa avevamo tentato di costituire l’associazione Vivere con cura con due donne ; cosa che purtroppo, alla fine, sfociò in un conflitto irreparabile anche perché nessuno/a aveva esperienza nella gestione, ai vertici, di un’associazione. Ciononostante sono/siamo andate/i avanti seguendo sempre il nostro motto: zitto-zitto, piano-piano, poco-poco, bello-bello e quando ci sono situazioni difficili fermarsi, discutere, riflettere, rinunciare a grandi o allettanti mete per preservare un’autenticità e sciogliere grovigli in modo benefico e dolce per tutte/i.
Quest’anno sono accadute due grandi novità: la collaborazione-coinvolgimento con l’Associazione Ol.IS di Montesilvano, in particolare con il suo promotore, Michele Meomartino, con il quale da circa 6/7 anni collaboro, verificando affinità di pratiche e intenti. Grazie all’esperienza e propositività dello stesso e, ripeto, al dialogo, si è realizzata la costituzione dell’Associazione e la gestione ottimale del programma di Vcc a Capracotta a cui hanno partecipato da animatrici/tori molti relatori degli incontri che lo stesso Michele Meomartino promuove, sia per Olis che, a Pescara, presso il Negozio Biologico, Primovere. C’è stata, dunque, una gestione condivisa e molto dialogata con Michele, più estroverso del sottoscritto, di natura più introversa. La relazione del Segretario, Michele, fornisce un quadro esauriente dello svolgimento dell’esperienza di Capracotta 2011.
Desidero sottolineare che come associazione, grazie alla forza dell’incontro di queste due reti, tessute per anni ci siamo, in diverse occasioni, sostituiti o quasi alle responsabilità delle istituzioni, essendo queste in gravi difficoltà, non solo economiche. Questo è un po’ un dato su cui riflettere: i miti del progresso a tutti i costi e a danno della natura, i miti dell’individualismo e dell’amore coniugale (che fanno investire energie e risorse affettive e materiali presso un nucleo ristretto-ristrettissimo di individui, ignorando la dimensione conviviale sia della coabitazione che della organizzazione quotidiana dell’esistenza), i miti del maschilismo che continuano a ignorare o banalizzare la storia, le pratiche, le elaborazioni delle donne, e tanti altri miti fasulli, buoni purtroppo soltanto per le tante caste che soffocano la società e gli individui; ebbene dicevo che questi miti e le caste che li gestiscono sono arrivati al punto di far collassare la società e le sue strutture. Io penso fermamente che le reti di associazioni possono essere un’alternativa piena e bellissima per poter continuare a vivere su questo meraviglioso pianeta.
L’altro accadimento significativo è la collaborazione sempre più viva con Sonia Baldoni e la sua rete di operatrici/tori olistici di Vivere con Gioia. In particolare con lei si sono organizzati convivi di erboristeria pratica di una settimana al mese, a partire da giugno e già programmati anche per il 2012. Si realizza così quel desiderio di costituire una scuola permanente sia di erboristeria pratica che di esperta/o raccoglitrice, figura ignorata e banalizzata sempre dagli stessi miti di cui dicevo. In altri scritti, che si possono leggere sul nostro sito di Vivere con Cura, ho dichiarato che per costruire un mondo possibile occorre ripartire (e rilanciare) dalla figura della Raccoglitrice, organizzato meglio se in gruppo, sia per il benessere comune, sia perché l’agricoltura biologica, nei suoi tanti indirizzi ed espressioni fattuali, dovrebbe essere un’integrazione del cibo fornito e procurato dai prodotti del raccogliere. Un’ ultima cosa vorrei dire. Quest’anno abbiamo messo a punto, soprattutto in seguito alla lunga e non conclusa vicenda con il socio fondatore Stefano Panzarasa, i requisiti di chi desidera diventare socio/a. Non basta la competenza in uno o più campi della vita ecologica, spesso maturati in tanti anni di solitaria ed emarginata ricerca e sperimentazione. Occorrono tante caratteristiche per diventare sia socia/o che animatrice: ne ricordo solo alcune: l’essere conviviali, il saper ascoltare, il saper dialogare e configgere con gentilezza, usando toni e parole gentili. Occorre riconoscere, infine, che le decisioni prese dal gruppo Dirigente-Servitore vanno accettate e discusse prima di tutto all’interno dell’associazione. Le critiche e le contestazioni sono le benvenute ma vanno fatte in un clima di rispetto reciproco, eventualmente chiedendo un’assemblea straordinaria. Se non si è d’accordo e si muove guerra al gruppo, attaccando chi ricopre le cariche come Custode della vita, come direttivo nonchè le pratiche di Vivere con Cura, si dimentica che Vcc è una scuola di vita ecologica, conviviale e autogestita, in cui ogni socia/o può mettere a disposizioni i suoi beni alle sue condizioni, che vanno rispettate.
Per questo accolgo la richiesta, ventilatami due volte per telefono da Stefano Panzarasa, di uscire dall’Associazione. In Italia abbiamo una grande ricchezza: tantissime associazioni,( mi pare circa 5.000); abbastanza facilmente se ne possono creare di nuove che rispondano alle esigenze di tutte/i, per cui chiunque può scegliere o formare la realtà associativa più “giusta” per sè. Se accade di non trovarsi a proprio agio in una, uscirne non è una sconfitta per nessuna/o. L’amica Sonia fondò Vivere con Gioia, lasciando Vivere con Cura, perché desiderava e voleva realizzarle da subito la condizione che non circolasse denaro sia nelle pratiche olistiche che nell’organizzazione delle medesime. Ebbene è avvenuto il tutto in un clima di dibattito sereno, anche se acceso, registrando alla fine la separazione consensuale. Lei ha realizzato la rete Vivere con Gioia con cui, dopo alcuni anni, ripeto, siamo ormai in una viva collaborazione. Lo stesso auspico per Stefano Panzarasa.
Concludo con il ringraziare Giusy Salmaso per aver accettato di essere Vice Presidente della nostra associazione e di svolgere con tanta sapienza, serenità, discrezione ed entusiasmo il suo compito, confermandomi ciò che affermavo per quanto riguarda il governo del mondo. Ringrazio ancora tutte/i le animatrici/tori e partecipanti di quest’anno e degli anni passati. Ciascuna/o ha dato il suo piccolo-grande contributo per la vita di Vivere con Cura.
Che mille circoli di Vivere con cura nascano dappertutto e collaborino con le tante associazioni esistenti, senza spirito di competizione ma di gioiosa e fertile collaborazione. Che sempre più viviamo con attenzione e cura. Un grande abbraccio da me che sempre ho desiderato essere considerato, e tutt’ora vorrei essere vissuto, come fata-bidella, rivestendo nell’ associazione la carica ufficiale di presidente, Antonio D’Andrea
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Commento:
Avrei voluto partecipare anch’io all’assemblea di Vivere Con Cura, anche perchè faccio parte del Movimento Uomini Casalinghi da molti anni e Vivere Con Cura è una costola di questo Movimento. Tra l’altro lo stesso Antonio D’Andrea è anche socio del Circolo vegetariano VV.TT. e negli ultimi vent’anni (dal 1992) abbiamo sovente collaborato in una messe di iniziative matristiche e conviviali. Potete qui leggerne alcune: https://www.google.com/search?client=gmail&rls=gm&q=Paolo%20D’Arpini%20movimento%20uomini%20casalinghi.
Bene, auguro buona continuazione di lavoro a Vivere con Cura, con la speranza che i nostri cuori siano sempre uniti e solidali….
Paolo D’Arpini